Riprendendo il discorso eccoci quindi al nocciolo della questione: servono cani che “funzionino” bene, nel minor tempo possibile, col minor impatto economico e la massima resa (“Poca spesa, tanta resa.”), e ne servirebbero tanti, perchè avere un solo cane per lavorare il bestiame espone il pastore al concreto rischio di rimanere paralizzati in caso di infortunio, o peggio, di morte improvvisa causa incidente (senza voler parlare dei furti, che purtroppo avvengono).
Facciamo due conti della serva di quanto ci costa un cane da lavoro con pedigree (dagli 800€ ai 3000€), compreso di lastre ufficiali per Anche e Gomiti (contando il costo delle lastre Preventive fatte prima dell’anno, siamo oltre i 500€) e delle altre analisi per patologie genetiche (facciamo altri 100€ forfait) ormai tipiche per molte razze pure selezionate con tassi di inbreeding impressionanti (e quindi con tutte le problematiche genetiche legate all’Esaurimento di Varietà Genetica).
Diciamo che questi conti ve li sapete fare anche voi… ora calcoliamo (sempre a forfait e senza le spese di trasferte ecc.) quanto costerebbe dare il training minimo a queste “macchine da corsa” per poterle usare in modo sensato: poco che sia, un’ora di addestramento in un qualsiasi campo di sheepdog costa minimo 30€ , e per “mettere a lavoro” un cane su un gregge di magari –solo- 500 pecore , di ore ne servono parecchie… Ma voi siete bravissimi, ed il vostro cane anche meglio, e ve la cavate con solo 10 ore di lezione.
Adesso dobbiamo inserire un’altra incognita non secondaria in un contesto lavorativo reale: i greggi sono composti quasi sempre da animali di specie differenti, dalle pecore alle capre; dentro un gregge troviamo spesso qualche asino per portare le reti e gli agnelli, e tante volte anche qualche cavallo o mulo; talvolta ci sono delle vacche con i vitelli da crescere (ho trovato anche dei bufalotti da ingrassare nei greggi transumanti lombardi, per non parlare degli immancabili animali di piccola corte, che spesso son presenti nelle aziende agricole).
Insomma, in un gregge ed in un contesto agricolo, si trova di tutto e di più, ed il nostro ausiliario canino deve saper gestire tutto quello che incontra sul percorso che il pastore avrà stabilito, senza esitazione e specialmente senza avere atteggiamenti dannosi per gli animali, per se stesso e per i terzi che incontra sul suo percorso.
Sappiamo che una razza iper selezionata esprime il massimo livello di specializzazione in una data branca del suo settore, ad esempio i Border Collie con le pecore, mentre è “inadatta” spesso alle altre; le linee di border che usano l’occhio per lavorare sono affascinanti e spettacolari da guardare al lavoro, ma utilizzarle con le capre rustiche è una vera impresa, data la determinazione delle capre a far quel che dicono loro; sappiamo anche che se l’asino (ad esempio) si impunta su una strettoia, il gregge è fermo, magari nel bel mezzo dell’attraversamento di una statale ad alta percorrenza.
Ma se parliamo di altre razze di cani da pecora (ancora chiamati così, ma da anni usati e selezionati per altri utilizzi), come il Pastore Tedesco o quello di Piccardia, sappiamo che hanno un predatorio marcatissimo ed una propensione al morso deciso, e quando partono dietro alla loro “preda” del momento, è facile che la stronchino con decisione, non occupandosi minimamente del gregge che dovrebbero dirigere.
In un contesto di Lavoro Reale (sui pascoli e nelle aziende agricole), il cane è, e deve essere, un prolungamento del pastore, perché è il cane –tante volte- che va avanti al gregge, o dietro la cresta di un crinale, o in un fosso per il guado ecc.
Al cane ausiliario pastorale è richiesta autonomia di pensiero e talvolta anche decisionale, dote che deve essere insita nel suo DNA; se non pensasse liberamente sarebbero guai grossi, in prima istanza per il bestiame, e poi anche per il cane.
Purtroppo ho constatato che nella quasi totalità dei cani da Lavoro Agonistico/Sportivo, questa “mente aperta” è stata inibita, in primis selezionando solo cani che lavorano di neurologia e reattività fulminee, in secondo luogo lavorando principalmente sul condizionamento; alla fine vengono “plasmati” soggetti assolutamente incredibili sui contesti sportivi, ma altrettanto “inetti” nei contesti di lavoro reale.
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