/sel·và·ti·co/
aggettivo
selvàtico (tosc. e region. salvàtico) agg. [lat. silvatĭcus (lat. volg. salvatĭcus), der. di silva «selva»] (pl. m. -ci, ant. o dial. -chi). –
Di animale, che vive in libertà (contrapp. a domestico): il cervo è un animale s. (o che vive allo stato selvatico). Riferito direttamente al nome d’un animale, serve a distinguere la forma non addomesticata da quella domestica della stessa specie: coniglio s., gatto s., capra s.; asino s., l’onagro; porco s., il cinghiale. Per estens., nel linguaggio medico, di malattia trasmessa all’uomo da animali selvatici (per es., rabbia selvatica). b. Come s. m., l’odore e il sapore forte e penetrante caratteristico degli animali selvatici e della loro carne: il cinghiale non mi piace, sa troppo di s.; per far perdere il s. alla lepre bisogna lasciarla macerare in acqua e aceto.
Estens. e fig. Di animali domestici, poco docile e mansueto: i gatti siamesi sono estrosi e s., non bisogna molestarli. Di persona, poco socievole, scontroso: una ragazzetta ancora un po’ s.; è un uomo burbero e s., ma non cattivo; non essere così s.!.
Estratto dal Dizionario Treccani
Di pianta, che nasce e si sviluppa senza il concorso dell’opera dell’uomo, spontanea. “rose s.”
Di luogo, ricoperto di piante selvatiche; estens., incolto e abbandonato; come s.m., porzione di terreno con piante allo stato selvatico. “una villa con un bel s. sul dietro”
Di animale, che vive in libertà (contrapposto a domestico ): gatto s.; estens., di animale domestico, scarsamente docile e mansueto. “Questo cane è un po’ s.”
Come s.m., l’odore e il sapore penetrante e forte della selvaggina; questa accezione viene spesso abbinata -erroneamente e di preconcetto- alle carni caprine e spesso ovine, senza per altro aver verificato ed indagato la questione, distinguendo al loro interno le carni di animali da latte o specificamente da carne.
In genetica, la forma di un gene o di un fenotipo presente comunemente in natura, oppure considerata arbitrariamente come quella normale (cioè che non ha subito mutazioni).
Origine: dal lat. silvatĭcus, der. di silva ‘selva’ •sec. XIV.
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