/pre·da·zió·ne/
sostantivo femminile
Il processo biologico per cui un determinato gruppo di animali rappresenta l’alimentazione di un altro; è uno dei rapporti interspecifici più importanti per il mantenimento degli equilibri biologici di un ecosistema.
In ecologia, rapporto interspecifico di tipo negativo che comporta la cattura e l’assunzione, come alimento, di un organismo di una specie (preda) da parte di un altro di altra specie (predatore). Costituisce uno dei più importanti fattori di regolazione del tasso di accrescimento e della densità delle popolazioni.
Estratto da Enciclopedia Treccani
La preda viene catturata con diverse strategie di caccia, a seconda delle dimensioni degli antagonisti e dell’habitat. Come è vero che la sistematica eliminazione da parte dell’uomo dei predatori naturali determina disequilibri ambientali (che portano a loro volta alterazioni anche irreversibili degli ecosistemi, con ripercussioni fortemente negative sul pianeta stesso), è altrettanto vero e provato scientificamente che anche una eccessiva proliferazione senza controllo dei predatori porta altrettante sciagure ecosistemiche e sociali, le cui “vittime predestinate” e primaria sono l’agricoltura e la zootecnia.
Si chiamano pressione di p. gli effetti della p. sulla dinamica di popolazione di una specie. Nel modello di Lotka-Volterra (dagli autori che lo svilupparono), che descrive la dinamica di popolazione del rapporto preda/predatore, sono dette linee isocline le due linee che descrivono e prevedono le relazioni numeriche tra le popolazioni di preda e predatore. In particolare: isoclina del predatore è quella che definisce il livello minimo di densità della preda in grado di sostenere l’accrescimento di popolazione del predatore; isoclina della preda, quella che definisce il numero massimo di predatori che la popolazione della preda è in grado di sostenere.
Estratto da Enciclopedia Treccani
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