Leggo le notizie, studio i file con i “nuovi” dati prodotti dai lupologi, poi mi cade l’occhio sulla cronaca nazionale… e qui, non so che fare!
Già 10 anni fa mi ero reso conto che la devastante escalation Lupo era in atto, e negli ultimi anni a questa malsana Corsa al Massacro si sono aggiunti anche l’Orso e la Lince.
Quando nel 2018 ho iniziato a scrivere per Allevatori Top, ammonivo con decisione il pubblico a rendersi conto che perpetrando il sistema imposto dai nostri governanti, avremmo distrutto le piccole aziende agricole a conduzione familiare, e avremmo anche corso il concreto rischio di aggressioni agli umani. Da perfetto illuso credevo che lo spauracchio dell’incolumità fisica avrebbe riscosso consensi.
Siamo al 2023: ci sono state aggressioni sia verso adulti che verso bambini, alcune anche gravi ed invalidanti permanentemente per le vittime, e c’è scappato ufficialmente il morto. Eppure nessuno degli enti e funzionari preposti fa niente, se non barcamenarsi tra una polemica sterile e l’altra!
In questo momento parlo da Allevatore che vive nelle zone marginali e montane (oltre che padre di due bimbi). E ’chiaro ormai che ci hanno letteralmente messi al muro; non ci resta più molto tempo per tentare di riconquistare una flebile possibilità di sopravvivenza per le nostre aziende agricole, ed al contempo recuperare un minimo di dignità professionale e umana.
“Non so cosa dirvi davvero. Pochi mesi alla nostra più difficile sfida professionale. Tutto si decide in questa stagione. Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta definitiva di tutte le piccole/medie aziende del comparto zootecnico nazionale.
Siamo all’inferno adesso signori miei tra Pandemia, Rincaro dell’Energia, Siccità e Guerra in Ucraina. Credetemi. E possiamo rimanerci, continuare a farci prendere a schiaffi dai grandi importatori collusi a politici e sindacati, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell’inferno un centimetro alla volta. Io però non posso farlo per voi. Sono soltanto un allevatore singolo.
Mi guardo intorno, vedo i vostri volti e penso “Certo che ho commesso tutti gli errori che un uomo della mia età possa fare”. Si perché io ho sperperato tutti i miei soldi in progetti ambiziosi e non funzionali al sistema, che ci crediate o no.
Ho perso per strada tutti quelli che mi volevano bene e da qualche anno mi dà anche fastidio la faccia che vedo nello specchio.
Sapete, con il tempo, con l’età, tante cose ci vengono tolte, ma questo fa parte della vita. Però tu lo impari solo quando quelle cose le cominci a perdere e scopri che la vita è un gioco di centimetri, e così è l’allevamento. Perché in entrambi questi giochi, la vita e l’allevamento. , il margine di errore è ridottissimo. Capitelo!
Mezzo passo fatto un po’ in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate, un mese in anticipo o in ritardo su raccolto e vendite e vi bruciate l’annata.
Ma i centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni settimana lavorativa, ad ogni minuto, ad ogni secondo.
In questo ambito si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi, famiglie comprese spesso, per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un una giornata di pascolo, o il passaggio in una strada bianca o l’accesso ad una fonte d’acqua per abbeverare il bestiame, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire.
E voglio dirvi una cosa: in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro, e io so che se potrò avere una esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro.
La nostra vita è tutta lì, in questo consiste. In quei dieci centimetri davanti alla faccia, ma io non posso obbligarvi a lottare.
Dovete guardare l’allevatore che avete accanto, guardarlo negli occhi , io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra signori miei.
Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente.
È la nostra vita ragazzi, è tutto qui. Allora, che cosa volete fare?”
Qualcuno avrà riconosciuto questo monologo, ho voluto prenderlo in prestito per la sua forza, per trasmettere un messaggio di unità che fino ad oggi gli Allevatori hanno costantemente negletto.
Qui se volete godervi l’originale col fantastico Al Pacino:
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