In questi giorni di metà/fine novembre 2022 ho potuto verificare la presenza stanziale di (almeno) uno stormo di Corvi Imperiali (Corvus Corax), che si sta impadronendo di spazi nell’areale dell’alta valle Staffora, a scapito delle più numerose e tradizionalmente autoctone Cornacchie Grigie (Corvus Cornix), che da quanto so, sono qui presenti da sempre.
Ormai vivo in questa vallata, nella zona montana e premontana da oltre 10 anni, e l’ho girata spesso, per pulire e recuperare/bonificare i terreni nella nostra società agricola, sia per far legna, che per far pascolare le nostre pecore; ho sempre sperato che questa zona ospitasse la varietà più imponente di corvi, ma mi hanno sempre detto che qui, oltre alle Ghiandaie, ad a poche Gazze, i più grossi rappresentanti di questa famiglia erano i corvi grigi, ed erano in maggior numero di tutti gli altri.
Evidentemente qualcosa sta cambiando, e sarebbe interessante capire cosa e perchè, dato che nel gruppo trofico dei volatili, i corvi occupano praticamente la posizione di Alfa, spesso insidiandola alle Poiane (Buteo Buteo), anch’esse presenti in questa zona; se è vero che la poiana media è più grossa del corvo medio, è anche vero che l’intelligenza media dei corvidi in generale (e delle varietà sopra citate) è maggiore di quella dei rapaci, e che l’organizzazione sociale dei corvi, in grandi stormi, li avvantaggia nella competizione per le prede e per il controllo delle risorse del territorio.
La mia prima pensata quando ho visto il primo corvo imperiale che mi volava letteralmente sopra la testa fu che mi ero sbagliato, e che era il solito corvo grigio; invece non era così, e quel primo esemplare di quasi un anno fa, fu un presagio o un segno che qualcosa stava cambiando.
Sarà interessante capire quali sono le cause “da basso” che hanno spinto una popolazione di corvi imperiali a decidere di colonizzare questa vallata, e capire anche da dove sono arrivati. Il mio primo istinto in merito è stato: ”Figo, adesso mi cerco un nido e mi cresco il mio corvo!”, che è sempre stato un mio sogno nel cassetto; poi ho pensato che anche se riuscissi nell’impresa, a rischio magari di uccidere dei pulli, avrei semplicemente messo a “star male” uno splendido esemplare sottraendolo oltretutto al suo Clan, che sta “lottando” in condizione di inferiorità numerica contro i cugini grigi… mica una bella mossa a livello “energetico” e ancor meno a livello naturalistico. Vedremo.
Per adesso, quel che posso fare è recuperare il mio binocolo e mettermi ad osservare, per poi magari iniziare a pasturare con scarti di macello o altro ed attirare i corvi in zone dove possa studiarli meglio.
Ci sono un sacco di buone ragioni per essere affascinati dai corvi; molte culture di questo pianeta li hanno ritenuti degni di avere un ruolo guida, di protettori e di messaggeri tra questo mondo ed altri, o tra gli esseri umani ed i loro dei o spiriti guida. È una vera e propria “guardia” naturale, costruendo i suoi nidi sulla cima degli alberi e sorvegliando dall’alto tutto ciò che accade nel proprio territorio come una vera e propria sentinella.
I corvi imperiali adulti e sessualmente maturi conducono di solito vita solitaria o in coppie, occupando territori di un’estensione che va dai 5 ai 40 km² a seconda delle risorse presenti nella zona. Gli individui giovani tendono invece a formare gruppetti di varia entità, mentre gli adulti non ancora accoppiati possono riunirsi in dormitori comuni: più coppie possono infine formare dei gruppi anche piuttosto duraturi in aree dove il cibo è abbondante. Sono stati anche riscontrati accoppiamenti “misti” tra corvi grigi e corvi imperiali, anche se non sono comuni.
Quando appaiono intrusi o minacce nel suo territorio il corvo è solito fare un gran chiasso (specialmente le femmine) con la sua inconfondibile voce e coi suoi articolati vocalizzi per avvisare in primis i suoi conspecifici, ma di fatto tutte le altre specie, dal pericolo incombente.
Sebbene sia un animale diurno, il suo colore ci rinvia a significati profondi della magia e del misticismo. Sulla base di questo il corvo ha conservato in sé opposti significati e simbologie, di attrazione e repulsione allo stesso tempo. Questo dualismo di significati lo rende contemporaneamente un animale solare e notturno.
E’ dunque visto da numerose civiltà e tradizioni in doppia chiave di lettura, e non a caso è sempre stato usato quale fedele compagno di divinità o rappresentazione divina di dei e dee. Le sue lucide piume nere, assieme ai suoi occhi, zampe, artigli e becco scuri hanno spesso assimilato la sua reputazione a figure oscure e sinistre; forse proprio per questo motivo è sempre stato rispettato e onorato.
Ma vediamo più avanti di approfondire questi aspetti.
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