Negli ultimi numeri di Allevatori Top abbiamo iniziato un affascinante viaggio alla scoperta di origini e storia della transumanza e per intuire cosa potrà essere nel futuro prossimo; abbiamo visto che esistono molti tipi di transumanze ed altrettante declinazioni a seconda degli habitat in cui esse hanno luogo, e come viene vissuta nelle varie parti del globo, ora l’approfondimento tocca ad alcune regioni italiane.
Qui Lucania
Iniziamo dal Sud, dalla Basilicata, dove nel 2021 è stata promulgata una legge a favore di Pastorizia ed Allevamento Estensivo (L.R. 30 novembre 2021, n. 54. Norme di disciplina, tutela e valorizzazione della pastorizia e della transumanza, presidi del territorio lucano). La legge lucana ha l’indiscutibile merito di focalizzare l’importanza del concetto di pastorizia ed allevamento estensivo come “presidi del territorio”, in completo contrasto con l’approccio di altre Regioni, che hanno invece stigmatizzato le transumanze come elementi dannosi al decoro e al verde pubblico!
La Basilicata ha istituito il registro dei “pastori presidi del territorio”, con cui viene indirizzato ad hoc un programma di assistenza zootecnico-veterinaria e con cui vengono stabilite delle premialità nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale. Questo è l’elenco di misure che la Regione Basilicata si impegna a realizzare, tramite i “pastori presidi del territorio” e soggetti terzi:
a. diffondere la conoscenza e il rispetto del patrimonio storico rurale, dell’ambiente, del paesaggio, della pastorizia e della transumanza;
b. tutelare e valorizzare il patrimonio della pastorizia e della transumanza;
c. adottare appositi programmi volti a preservare e valorizzare il patrimonio culturale di saperi, di tecniche e consuetudini legate alla pastorizia, all’allevamento estensivo e transumante e alle produzioni agroalimentari che le comunità rurali hanno storicamente praticato.
Ma ogni medaglia, anche la più pregiata, ha il suo rovescio: sorvolando sulla difficoltà di riuscire a sinergizzare enti differenti su un unico fronte, la definizione che la legge lucana dà della “pastorizia” ricorda qualcosa di marginale e arcaico, relegato di fatto solo alle attività produttive di stampo agro-zootecnico, trascurando sembra – ma spero di sbagliarmi – il lato culturale e sociale, come fosse qualcosa di separato e “di poco peso”, contrariamente all’approccio più “nordico” che mette il fattore socio-culturale come fulcro di tutta l’operazione.
Anche in questo il Sud ha seguito un percorso differente dal Nord, dove la Lombardia (ma lo vedremo a breve) ha scisso nettamente gli interventi provenienti dalla nuova legge da tutti quei tronconi di azioni a favore del comparto agricolo già presenti nel PSR.
Regione Lombardia
Il 7 marzo 2022 ha finalmente visto la luce in Lombardia il testo di una legge regionale (“Disposizioni regionali per la tutela e la valorizzazione del pastoralismo, dell’alpeggio, della transumanza e per la diffusione dei relativi valori culturali”). Dato il “peso specifico” della macroregione Lombardia a livello nazionale ed europeo, aver ottenuto una legge ad hoc sul “pastoralismo” a tutto tondo è già un risultato notevole, date le molteplici pratiche agricole e culturali che essa comprende. È auspicabile che lo stesso “new deal” che ha “colpito” la transumanza, migri per osmosi sulle attività pastorali in generale, facendole uscire dal “ghetto” in cui sono state relegate negli ultimi decenni.
La legge in questione si articola in aiuti e sostegni a pastori ed alpeggiatori, ma si rivolge anche all’ambito scolastico e formativo in genere, con tirocini e borse di studio, proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica e formare i nuovi professionisti di questo settore; lo stesso titolo evidenzia il differente approccio (volutamente più culturale e sociale) della proposta lombarda rispetto a quelle veneta (vedi box, ndr) e lucana, di cui peraltro condivide alcuni punti. Il “pastoralismo” viene definito come elemento culturale, sociale e tradizionale a sé stante, se pur indissolubilmente legato alla transumanza: la Regione “riconosce l’interesse pubblico delle attività agro-zootecniche del pastoralismo, dell’alpeggio e della transumanza, quali presìdi del territorio, per il ruolo strategico nella salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio […] nonché quali componenti della filiera della produzione agroalimentare tradizionale locale anche a marchio di qualità e per il loro valore culturale”.
Gli interventi e le misure proposte in Lombardia non vanno a sovrapporsi a quelle del Piano di Sviluppo Rurale, e la legge prevede misure specifiche di sostegno per l’attività di manutenzione territoriale (in stile francese e svizzero) e di recupero di terreni abbandonati; infatti (cito testualmente): “La Regione può riconoscere sostegni finanziari in favore dei pastori e dei conduttori d’alpeggio, singoli o associati, che eseguono direttamente opere di manutenzione del territorio in accordo con gli enti locali competenti. Possono essere beneficiari di misure di sostegno economico da parte della Regione anche gli enti locali che eseguono opere di manutenzione dei terreni abbandonati o incolti, al fine di destinarli alle attività disciplinate dalla presente legge”.
Uno dei nodi fondamentali sanciti da questa norma, diametralmente in antitesi con l’approccio emiliano e della Provincia di Trento (vedi oltre), mira a recuperare e promuovere il libero passaggio “pedibus calcantibus”, rigorosamente a piedi, delle greggi e il pascolamento lungo i tradizionali ed effettivi percorsi di transumanze stagionali e di quelle dei vaganti sulle “batide” lombarde: “La Regione promuove, in collaborazione con i Comuni e con gli enti competenti in materia di sicurezza stradale e sanità pubblica veterinaria, nel rispetto delle competenze degli stessi, l’individuazione di percorsi di transumanza e monticazione, nei quali sia garantito il libero passaggio delle mandrie e delle greggi ed il pascolo, coinvolgendo i proprietari pubblici e privati, dei prati stabili e delle aree idonee al pascolo”.
Il caso del Veneto
In Veneto , nonostante i divieti di alcuni sindaci al passaggio delle greggi transumanti, la Regione aveva iniziato ben prima del 2019 a progettare i “corridoi verdi”, la nuova versione delle antiche vie armentizie di origine romana o preromana, giungendo nel 2020 a varare una legge pro transumanza (L.R. 32 del 27 luglio 2020 –Norme in materia di recupero, gestione e valorizzazione del demanio armentizio, disciplina delle vie del pascolo e per la valorizzazione della transumanza, riconosciuta quale patrimonio culturale immateriale della umanità). Va dato il merito a questa legge di aver tentato di assicurare l’utilizzo delle vie di transito ai greggi con una inventariazione ai fini del mantenimento funzionale e tutela, e di valorizzarli con l’ambiente agro-silvo-pastorale e con il suo patrimonio di tradizioni.
La Regione Veneto riconosce le varie funzioni della transumanza, dall’ambito agro-pastorale a quello culturale e quindi turistico. Riporto qui l’articolo 4 della legge in questione:
1. I sentieri armentizi, in quanto riconosciuti quali beni di notevole interesse storico, archeologico, naturalistico e paesaggistico, nonché funzionali all’esercizio dell’attività armentizia, vengono conservati al demanio regionale e costituiscono un sistema organico denominato “le Vie del Pascolo del Veneto”.
2. La gestione e l’amministrazione dei beni individuati e qualificati come “Vie del Pascolo del Veneto” si conformano alla disciplina di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 recante “Codice dei beni culturali e del paesaggio”. (R.M.)
Future iniziative
Qui riporto un elenco delle numerose iniziative ed interventi che la Regione Lombardia si propone di attivare:
• creazione della Banca dati dei prati stabili, loro tutela e valorizzazione;
• istituzione della Giornata Regionale dei valori culturali del Pastoralismo, dell’Alpeggio e della Transumanza;
• istituzione della Consulta del pastoralismo;
• apertura di un bando annuale finalizzato all’erogazione di specifici fondi e benefici economici, a sostegno delle manifestazioni aventi carattere storico culturale in tema di pastoralismo, alpeggio, transumanza;
• apertura di bandi di concorso annuali rivolti alle scuole che producano studi o elaborati inerenti ai temi del pastoralismo, della transumanza e dell’alpeggio al fine di finanziare:
a) borse di studio; b) tirocini formativi; c) viaggi di istruzione.
Come contraltare alle succitate Regioni virtuose, abbiamo però molti casi che definerei incresciosi, rispetto all’attuale valore finalmente riconosciuto al pastoralismo transumante. Che queste scelte siano state partorite per mancanza di interesse “dal basso” da parte del comparto agro-zootecnico, o peggio ancora su spinta politica dalle lobby veg-animaliste e del rewilding, restano i fatti: ci sono attualmente in essere divieti di transumanza e di pascolo vagante emessi tramite ordinanze comunali o regolamenti vari di enti parco o provinciali in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia-Giulia. Mi sono focalizzato sulle regioni del Nord per maggior conoscenza del territorio, ma so da colleghi meridionali che lo stesso genere di pastoie sono presenti anche al centro-sud.
Emilia-Romagna e Trento
Nel 2004 in Emilia-Romagna è stata promulgata nel 2004 una legge contro la Transumanza che obbliga a eseguire ogni spostamento delle greggi tramite autotrasporto (L.R. 9 febbraio 2004 n. 4. Art. 2, comma 3. “Gli ovini e i caprini che vengono trasferiti per ragioni di pascolo o transumanza, devono essere trasportati tramite automezzi e non possono essere trasferiti con altri mezzi, eccetto i casi autorizzati dal Sindaco su parere conforme del servizio veterinario dell’Azienda USL competente per territorio”).In Trentino (Provincia autonoma), spesso ottimo esempio di gestione virtuosa della “res publica” e nel management della Risorsa verde, ci troviamo di fronte all’imposizione di un modus vivendi radical chic, che in nome del decoro e della pulizia periurbani, ha interdetto e bloccato le secolari vie di transumanza; i greti dei fiumi, i fondovalle sono ormai terreni utili solo all’urbanistica e alla grande viabilità stradale e ciclabile, ma non più fruibili degli armenti, nemmeno di passaggio. Siamo di fronte all’ennesimo paradosso italiano.
Articolo pubblicato sulla rivista Allevatori Top n. 06 di giugno 2022.
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