Che cosa pretende un pastore dal suo cane da lavoro sul bestiame? Credo questa sia l’unica domanda veramente importante che ci si deve porre quando si pensa di “produrre” e “plasmare” uno Stock Dog. Questa stessa domanda che pongo a voi adesso, me la sono fatta io qualche anno fa, quando dovevo scegliere che cane conduttore avrei voluto per il mio primo greggetto di pecore meticce.
Studio “in campo”
Partendo da questo nucleo di pensieri Laura (la mia compagna) ed io siamo andati a vedere e raffrontare (nei campi di “lavoro”, ma principalmente sui pascoli) moltissime razze canine storicamente vocate alle conduzione del bestiame: dalla più famosa e comune (Border Collie), alle meno conosciute ed usate in Italia (Berger Picard), passando per il Cane Pastore per eccellenza, l’onnipresente Pastore Tedesco (nel nostro caso Grigio –i famosi/famigerati- Grigioni).
Un pastore o allevatore deve produrre reddito con la sua attività zootecnica e “vive” quindi il cane esattamente per quello che dovrebbe essere: un ausiliario (nei casi migliori), oppure uno strumento per abbattere i costi, atto a snellire e velocizzare il lavoro, dato che “il tempo è denaro”.
Differenze italiane
Questo approccio è ancora più marcato da noi a casa (IT), considerando il fatto che la zootecnia italiana è di fatto arretrata rispetto a quella europea in generale; senza volerci per forza confrontare con le “vette” professionali anglosassoni (attualmente per noi irraggiungibili al pari di Marte) in ambito ovino e cinofilo, basta guardare in Francia, Germania, Olanda ecc, per farci sentire “gli asini” della classe.
Sia chiaro che non è tutta “colpa” di chi lavora “da basso”, ma anche di chi dovrebbe creare il supporto, la formazione, l’assistenza nonché le filiere di uscita dei prodotti, rendendoli più profittevoli e agevoli da piazzare sul mercato per gli allevatori Italiani. Ma questo è un altro argomento, che affronteremo tra qualche tempo…
E’ quindi ovvio che con questa situazione e prospettiva ben chiara davanti agli occhi, ogni fine mese, nessun pastore avrà mai la disponibilità di tempo e denaro per passare ore e ore (ed investire denari!) presso un Campo Addestramento Cinofilo prima di avere il suo ausiliario che prima ammorta la spesa del suo acquisto e poi “produce”reddito concreto.
Il buon pastore vuole “tutto e subito”, e lo cerca pure al miglior prezzo di mercato (per non dire gratis…).
Una difficile scelta
So per esperienza diretta che la maggior parte dei soggetti appartenenti alle razze più performanti e rinomate in ambito Sportivo/Agonistico nelle Discipline come lo Sheepdog (ripeto Agonistico), non riescono ad essere impiegati in un contesto lavorativo Reale senza prima aver avuto quella impostazione e quel training minimi per canalizzare e controllare -prima- e sviluppare a pieno -dopo- le enormi potenzialità (estremizzate) delle loro fenomenali linee genetiche, create ad arte dopo anni (decenni spesso) di selezione genetica su base consanguinea (spesso strettissima).
Oltretutto, questi soggetti iper-selezionati in purezza (con omozigosi evidente e con tassi di consanguineità altissimi, al limite della sopravvivenza stessa dei soggetti), sono come delle Ferrari da Gran Premio, che se non vengono usate sul circuito adatto ed in abbinata a piloti con la P maiuscola, diventano solo soldi sprecati, e rischi inutili.
Criteri fondamentali
Se ci approcciamo al Lavoro sul Bestiame come farebbe un hobbista (quindi come passatempo) sappiamo e accettiamo a priori che spenderemo soldi (anche tanti!) al solo scopo di divertirci, e senza averne mai un ritorno economico; ed in questo scenario va bene così!
Ma nel contesto agro/zootecnico professionale tempo e denaro non vanno mai sprecati, e devono finalizzare e massimizzare i profitti, altrimenti si chiudono i battenti delle aziende/società agricole.
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